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“Com’è stato” la vita del campo rom attraverso l’esperienza del lockdown

Con immagini girate qualche mese prima dell’arrivo del Coronavirus, il collettivo ha deciso di procedere con un montaggio diverso da quello pensato in precedenza, cercando di esorcizzare la paura della pandemia entrando al tempo stesso in empatia con un “popolo invisibile”, come lo chiama il regista Filippo Pax.

Scene tratte dal breve cortometraggio “Com’è stato”

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